21 dicembre 2009
Dropkick Murphys
I Dropkick Murphys si sono formati nel 1996 a Boston, nel Massachusetts. La band era inizialmente solo un gruppo di amici che facevano musica per divertirsi. Hanno iniziato suonando nello scantinato di un amico barbiere, con lo scopo di fondere le influenze musicali con cui erano cresciuti (punk rock, folk irlandese, hard core) in un unica melodia forte, chiassosa, caotica, ma anche un po' stonata.
Obiettivo musicale principale della band è creare un ambiente "uno per tutti, tutti per uno" dove ognuno è incoraggiato a partecipare, cantare nella speranza di divertirsi. Nel puro spirito del punk rock, i DM considerano la band e il pubblico come una cosa sola: in altre parole, il loro palco e i loro microfoni sono anche nostri. Oltre a cercare il divertimento insieme al pubblico, i DM cercano di condividere le loro esperienze e convinzioni sulla solidarietà delle classi lavoratrici, sull'amicizia, sulla lealtà e sul migliorare se stessi come primo passo per migliorare la società. Nel video, la cover di Wild Rover dei DM, popolare ballata della musica tradizionale irlandese
24 luglio 2009
Save Radio Free Ireland
Radio Free Ireland, trasmisione irlandese repubblicana (nel senso irlandese del termine, quindi favorevole ad un Irlanda unita, non a McCain), sta vivendo un momento di grave difficoltà. La KBOO.FM, emittente dell'Oregon che la diffonde nell'etere, ha di fatto deciso di tagliare drasticamente le trasmissioni di Radio
Free Ireland portandola da 1 ora a settimana ad 1 ora al mese
pregiudicandone il suo futuro.
L’emittente radiofonica rappresenta però, per la comunità irlandese negli
Stati Uniti, la più importante fonte di notizie provenienti dal loro
Paese di origine ed un prezioso canale di diffusione della cultura
celtica. Ogni settimana da 15 anni, infatti, il giovedì dalle 12 alle 13 sono stati presenti in studio attivisti, politici, musicisti ed altri artisti. La sede della KBOO a Portland
15 febbraio 2008
It was a good day
Oggi mi va di rilassarmi un po'. Ho 28 motivi per essere contento e visto l'incombente week-end, non mi va di pensare troppo. Così, ho messo su 'sto pezzo. "It was a good day", di Ice Cube. Il singolo è del 1993, l'hip hop è vecchia scuola. Quella che fece conoscere all'America la durezza della vita del ghetto. Oggi l'hip hop come genere è decadente, monotematico (quanto son bravo a bere, a fumare, a scoparmi tr*ie). Ma all'inizio l'impatto fu grande, e come genere trascese subito le iniziali caratteristiche razziali, iniziando ad influenzare anche le zone di periferia non afro-americane, come i barrios latini ma anche le zone bianche (gli House of Pain erano irlandesi). La cronistoria anche dura della realtà di un'altra America, lontana pochi chilometri in linea d'aria dai salotti buoni ma anni luce in quanto a condizioni di vita. Questa canzone si inserisce in questo filone, ma ha una sua particolarità. La musica, nonostante sia un rap, è molto rilassante, tranquilla. Il testo si delinea nella descrizione di quella che, nel ghetto, poteva essere una buona giornata. E se nelle prime due strofe la banalità di una normale giornata la fa da padrona (basket con gli amici, una partitella d'azzardo, l'aver rimorchiato una facile -a big fat fanny-), l'ultima strofa disarma. "Era una bella giornata, non c'erano elicotteri della polizia che cercavano assassini" ed anche "Forse oggi non sarò costretto ad usare il mio AK". La routine giornaliera, in alcune periferie, è questa... ______________________ La sempre gentile Country Girl mi ha nominato come Blog 10 e lode. Il suo blog è (come il mio) dedicato agli States, ma lei ne sa molto più di me, quindi se vi piace quest'area del mondo... fateci un salto. Non si è ancora convertita al libertarianesimo, ma non lo escludo in futuro! Scherzo! :-)
Da quanto ho capito dovrei copiare il regolamento (ma a me non piacciono i regolamenti, e poi lo avrete visto da qualche parte sicuramente, non vogliatemene), e nominare a mia volta un altro blog. Fra i tanti che stimo e seguo (oramai gli abbonamenti coi feeds si sprecano), me ne è venuto in mente uno. Vorrei nominare il blog che anche io ho aiutato (minimamente) a curare, quello dei simpatizzanti italiani di Ron Paul. L'entusiasmo che tutti coloro che hanno collaborato ci hanno messo è stato veramente tanto, considerando anche il fatto che non era mediaticamente un candidato interessante per i più. Eppure abbiamo cercato, tradotto, discusso, nonostante molti di noi provenissero da esperienze diverse. Si parla tanto di unità dei liberali: noi, seppur in questa piccola esperienza (che spero continuerà) siamo riusciti a realizzarla. Paleolibertarian (come me), leftlibertarian, liberali classici, tutti insieme. Allora non è impossibile, se si vuole... Che il Premio 10 e lode sia di buon augurio!
15 dicembre 2007
Aryan Brotherhood
Torno a parlare di gangs. Dopo aver raccontato qualcosa in questo post sulla famigerata gang di origine salvadoregna denominata Mara Salvatrucha (le formiche soldato del Salvador), cambiamo pelle e passiamo alla Fratellanza Ariana. La Fratellanza Ariana (anche conosciuta come AB, dalle iniziali Aryan Brotherhood) è una gang carceraria statunitense che conta all'incirca quindicimila membri tra detenuti e non. Secondo l'FBI, sebbene
il gruppo rappresenti meno dell'1% della popolazione carceraria, è
responsabile del 26% degli omicidi che avvengono nelle prigioni
americane. Ogni gruppo facente parte della Fratellanza ariana è guidato da una
commissione di tre persone, che controllano le attività della gang
(anche se alcuni aspetti variano da prigione a prigione). Solitamente
per diventare membri della Fratellanza ariana si devono soddisfare due
condizioni: l'essere bianchi e la prova di entrata. Questa consiste nel
sistema "blood in, blood out" (sangue per entrare,sangue per uscire): il
candidato deve uccidere un altro detenuto per poter far parte della
gang (sangue per entrare), e non ne può uscire, pena la morte (sangue per
uscire). Come la maggior parte della gang carcerarie, i membri dell'AB
portano tatuati simboli di appartenenza: le iniziali AB, svastiche, ragnatele, le rune delle SS, altri simboli nazionalsocialisti, ma anche il trifoglio. Quest'ultimo, anzi, è il simbolo più importante. Il trifoglio è il simbolo dell'Irlanda, ed i primi membri dell'AB erano appunto irlandesi. Un detenuto che portasse tatuato il trifoglio senza essere membro della Fratellanza Ariana correrebbe il rischio di essere ucciso. Organizzata come un gruppo di supremazia bianca, le attività economiche della gang sono varie: droga, estorsione, omicidi su commissione. Si ritiene che la nascita della Fratellanza ariana sia avvenuta nel1964, nel carcere di San Quentin. Durante gli anni la gang si è divisa in due
parti, una operante all'interno del sistema penitenziario e l'altra
all'esterno. Ultimamente, nel 2005 e nel 2006,
sono state portate a compimento diverse operazioni di polizia che hanno
condotto all'arresto di molti membri dell'organizzazione, e ne hanno ridotto le attività. Questo grazie a Michael Thompson, uno dei nomi leggendari dell'AB, che ha deciso di passare dall'altra parte e collaborare con le autorità, facendo nomi e riferimenti. Oggi Thompson, ancora detenuto, vive sorvegliato 24 ore su 24. La Fratellanza, infatti, lo ha condannato a morte. La Fratellanza ariana ha una forte allenza con la Mafia Messicana (la Eme) sin dai primi anni '70; inoltre è in contatto con molte gang di motociclisti e altri gruppi di supremazia bianca, ed è nemica degli altri gruppi ispanici ed ovviamente delle gangs afroamericane. La mafia italoamericana della East Coast, quando John Gotti Sr. finì in prigione, chiese protezione per il suo boss proprio alla AB. E solo questo la dice lunga sul potere che questa gang aveva nelle prigioni. 
2 dicembre 2007
House Of Pain - Shamrocks And Shenanigans
Intermezzo musicale con un brano del gruppo irlandese americano degli House of Pain, che all'inizio degli anni '90, ben prima di Eminem, dimostrò al mondo che la musica hip hop non era più solo un affare per niggers (detto in senso buono). Questo brano è uno dei miei preferiti (anche se lo preferisco nella versione remixata di Butch Vig), ma lo posto anche per un'altra ragione: se fossi stato lì in mezzo (il video è ambientato nel mondo irish american), nessuno mi avrebbe distinto dagli altri. Chi ha la (s)ventura di conoscermi di persona, infatti, noterà particolari come gli occhiali da sole sempre calati sul naso, il berretto da baseball rigorosamente verde, il giubbetto rigorosamente verde (il mio è della Berkeley University), il modo di muoversi, la pelle bianco-pallido mai abbronzata neanche per sbaglio, capelli cortissimi ed altri dettagli che mi fanno assomigliare a molti fra i protagonisti del video (quindi se volete inquadrarmi fisicamente, è l'occasione giusta). Che a furia di frequentare irlandesi i miei geni siano mutati? Vedremo, per ora ecco tre minuti di "trifogli e tiri mancini"
17 agosto 2007
il leprecauno? è irish, ma lo vedono i neri
In questo servizio di un tg di qualche tempo fa, alcuni afroamericani raccontano di un leprecauno (il folletto della tradizione irlandese) in un albero. Forse l'essere si sta nascondendo in attesa della GreenCard? Chissà... Nel frattempo i due conduttori del telegiornale sghignazzano che è una bellezza.
Alcuni commenti a questo video:
"mi vergogno di essere nero" (che esagerato!!! un po' di folklore non ha mai ucciso nessuno...)
"i neri vedono i leprecauni, i bianchi vedono i fantasmi, e poi la patente è agli asiatici che non la rilasciano" (umorismo fine che lascia intravedere del risentimento verso il sistema...)
"datemi l'oro!!" (ah ah ah... decisamente il mio commento preferito!!)
14 agosto 2007
Una statua per John Wayne
Nell'anno del centenario della sua nascita il mito John Wayne ha avuto l'onore di vedersi rappresentato con una statua a grandezza naturale nel prestigioso museo National Cowboy and Western Heritage in Oklahoma.
John Wayne nacque a Winterset, in Iowa, nel 1907, da padre scozzese e madre irlandese. Il nonno paterno era un veterano della guerra civile. La famiglia era di religione presbiteriana. John Wayne, che in tutta la sua carriera vinse soltanto un Oscar nel 1970 grazie a "Il Grinta", ha recitato in oltre 160 pellicole e morì a Los Angeles (California) nel giugno del 1979 a causa di un fulminante cancro allo stomaco.
Ad assistere alla cerimonia per il nonno c'erano due nipoti del grande John: Anita LaCaba Swift e Nick Kuhle. I due hanno ricordato ai presenti come sia per loro ogni volta uno straordinario onore partecipare a questo tipo di manifestazioni e vedere come gli appassionati di Cinema di tutte le età siano ancora affezionati all'attore-mito nonostante sia morto ormai da quasi 30 anni.
Secondo Wikipedia fu lo stereotipo di un ruvido maschilismo individualista. Secondo me è stato l'ultimo vero uomo di frontiera. Onore a te John, con questo video con in sottofondo "Sunday Morning Coming Down" di Johnny Cash
10 luglio 2007
Dio stramaledica l'inglese (Gordon Brown)
Ammetto di essere prevenuto verso gli inglesi. Sono molto più in confidenza con la comunità irish-american (che appoggia la lotta per l'indipendenza delle 6 contee dell'Ulster). Essendo inoltre un patito della Rivoluzione Americana, il considerare gli inglesi dei vecchi colonialisti beceri è sempre stato normale per me.
L'era Blair aveva un attimo attenuato questo mio vedere gli inglesi sempre e solo come gli individui dai denti storti e dall'accento assurdo (come da caricatura). Il processo di pace in Ulster con la devolution concessa a quel territorio (seppur in alcuni punti molto discutibile), e l'alleanza di ferro con gli USA mai tradita (a differenza di tedeschi, francesi, spagnoli ed italiani), mi avevano fatto dimenticare l'immagine caricaturale dell'inglese.
Ma da quando c'è Gordon Brown, quell'immagine è ritornata pienamente in auge.
Non che stia seguendo molto la situazione inglese (chi se ne frega, in fondo), ma i due provvedimenti presi da Brown che ho sentito mi hanno fatto rivoltare lo stomaco.
Il primo: in barba al processo di pace in Irlanda del Nord ed al governo biconfessionale protestante-cattolico, su ogni edificio pubblico dovrà obbligatoriamente sventolare l'Union Jack. Come a dire: "che quei porci irlandesi si ricordino che, devolution o no, sono nostri sudditi, e come tali dovranno sentirsi ed agire".
Il secondo: "non bisognerà più utilizzare le parole 'terrorista' ed 'islamico' nella stessa frase. La dizione corretta d'ora in poi sarà 'terroristi che abusivamente utilizzano il riferimento all'Islam', in modo da non offendere nessuno".
Visto che il termine terrorista è ancora utilizzato invece per gli irlandesi appartenenti al Continuity IRA e a The Real IRA, propongo che venga utilizzata la dizione 'repubblicani che usano le maniere forti' in luogo di 'terroristi repubblicani'. O se qualcuno è bianco e cattolico si può offendere tranquillamente, mentre se è un islamico è automaticamente un'anima pia da preservare?

irish americans
islamic fascism
| inviato da coast2coast il 10/7/2007 alle 9:46 | |
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