22 dicembre 2009
Il popolo degli stati contrari alla riforma di Obama potrebbe non riconfermare i senatori democratici che hanno votato a favore
I senatori democratici avrebbero forse dovuto pensare che, votando una riforma del sistema sanitario che una buona fetta di popolazione non vuole, si sarebbe potuta diffondere l'idea che l'unico democratico buono sia... quello cacciato a pedate dal seggio. Il senatore in carica del Nord Dakota Byron Dorgan, secondo i sondaggi della Rasmussen Reports, non avrebbe alcuna possibilità di confermare il suo seggio qualora il governatore repubblicano John Hoeven decidesse di concorrere l'anno prossimo per il Senato. I sondaggi danno infatti Hoeven al 58%, con Dorgan al 36%, e con un solo 6% di indecisi. Com'è possibile un simile smacco? Semplice: la contrarietà della popolazione del Peace Garden State al piano sanitario di Obama è fra le più alte degli stati dell'Unione. Anche Ben Nelson, senatore democratico del Nebraska - che appartiene all'ala più "conservatrice" dei dems - non sembra passarsela benissimo dopo aver tolto il suo veto alla riforma. Il rischio di aver votato a favore di una controversa misura che ogni
giorno che passa sembra avere, a parte a Washington e tra i liberal
europei(sti), sempre meno sostenitori, (al 19 dicembre il 55% dell'opinione pubblica è contrario) è quello di una mancata riconferma al seggio, seduta stante, o quasi, visto che si vota l'anno prossimo. Con il "rischio" - per Obama, si intende, per noi sarebbe una manna dal cielo - di dover governare con un' anatra zoppa per i prossimi due anni.
18 dicembre 2009
Obama teme la guerra civile?
Secondo un fantomatico rapporto, consegnato dall'analista politico russo Igor Panarin all'ex primo ministro russo Vladimir Putin, il presidente Barack Obama teme che, prima della fine del prossimo inverno, possano scoppiare rivolte interne sul sul suolo americano, e per questo avrebbe organizzato l'aumento del numero dei soldati di almeno un milione di unità. Secondo
questi rapporti, Obama avrebbe avuto numerosi
incontri con i vertici militari aventi ad oggetto il modo migliore per
gestire la prevista implosione del sistema bancario della nazione, e al tempo stesso il tentativo di non far perdere agli Stati Uniti
l'egemonia militare nel mondo - quest'ultima cosa per i russi sarà estremamente difficile -. Secondo il rapporto, l'ostilità della popolazione americana verso le ruberie del sistema bancario e verso la FED è cresciuta a dismisura, circostanza che creerebbe un mix esplosivo con l'aumento della disoccupazione e della tassazione, sommato al fatto che circa 220 milioni di americani sono armati e pronti ad esplodere. E' da un po' che non vado a colazione con Barack o Vladimir, quindi non posso confermare queste parole che ho trovato in un forum. Alla sensibilità di ciascuno il compito di valutarle come assurde o verosimili
17 dicembre 2009
Cosa regalo al mio amico ne*ro quest'anno?
... è la domanda a cui vuol rispondere una delle guida che l'autorevole New York Times ha lanciato per questa stagione natalizia. "Non è difficile trovare un regalo fatto da e per la gente di colore", è il sottotitolo a firma dell'afroamericana Simone S. Olivier. La guida è varia, si va dalle sciarpe ai videogiochi di Barack Obama per i bambini, dalle crociere a particolari make-up. Non solo per appartenenti alle comunità nere, ma anche asiatiche e ispaniche.
In realtà la notizia non sarebbe tale (perché è evidente nel sottotitolo lo scopo della guida: individuare prodotti fatti da aziende afroamericane etc... una sorta di made in black, o in yellow, o in latin che può far apprezzare di più il regalo a chi fa parte di quelle comunità... ma anche a chi non ne fa parte), ma vedere la parte peggiore dei conservatori - quelli che a distanza di un anno continuano ancora a dire che Obama non è nato in America, o che è musulmano - accusare di razzismo il NYT e i fanatici democratici del politicamente corretto girarsi intorno incerti sul da farsi e in preda ad una crisi di identità - il giornale che ho seguito per anni è razzista? l'afroamericana Olivier è razzista? io sono razzista? - è veramente divertente. Per non parlare poi dei bloggers italiani che commentando la notizia cercano di fare ironia ipotizzando guide "per gente dagli occhi azzurri e capelli biondi" in preda a crisi di antiamericanismo compulsivo. 
4 agosto 2009
Hai mai danzato con Lenin in una notte di luna piena?
Una divertente versione di Barack Obama sta tappezzando Los Angeles in
queste ore. Il presidente americano è ritratto nelle vesti di Joker, il
cattivo di Batman. Un poster che sembra la rivisitazione dark del
famoso manifesto neopop elettorale di Shepard Fairey, in cui il
leader della Casa Bianca è ritratto nei colori della bandiera a stelle
e strisce. Sotto il volto del Joker, pardon, di Obama, al posto dell'ormai nei
fatti tramontata parola "Hope'" compare la scritta "Socialism". Nessuna ha rivendicato l'operazione, che per ora ha preso di mira soprattutto le rampe
d'accesso delle autostrade. Non è adorabile?
22 luglio 2009
Ron Paul intervistato da Politico.com
"Non ha ancora bombardato l'Iran: il peggio sta nel fatto che probabilmente ci sta ancora pensando". Così ha risposto Ron Paul alla domanda del magazine Politico.com sul meglio e il peggio di questi primi sei mesi di Barack Obama da Presidente. Il consenso del Rappresentante del 14° Distretto Congressuale del Texas ultimamente sta crescendo, non solo in area repubblicana ma anche democratica. Naturalmente il famoso magazine non ha lesinato, nel corso del pezzo, qualche velenosa frecciatina (anche se me ne aspettavo di più). Ciònonostante Ron Paul ha detto che è improbabile una sua ricandidatura per il 2012. "Obama - ha proseguito - ha parlato un po' meglio di come ha agito, ma ha già aumentato il numero delle truppe in Afghanistan e Pakistan. Si è presentato come il candidato della pace "Sì, ci stiamo ritirando dall'Iraq", ma non è stato sincero. Non penso che loro ne abbiano mai avuta la minima intenzione". "Mi sento voluto dal partito repubblicano metà e metà - ha spiegato - credo ci sia rispetto. Ma non mi hanno mai chiamato per chiedermi "Ciò di cui abbiamo bisogno di sapere da te è come raggiungere l'elettorato più giovane". "La caratteristica comune di chi collabora con noi è l'energia, energia che chiunque può "avvertire". E noi sappiamo bene che l'energia di un manipolo di persone può guidare una nazione". E certamente l'iniezione di "idee giovani" secondo Ron Paul non può venire dall'ex governatrice dell'Alaska, Sarah Palin. "I suoi sostenitori sono i repubblicani da Country Club". "Mi chiedo - ha concluso Paul - in che modo lei pensa di entusiasmare alla politica gli americani dai 15 ai 20 anni. Questa sarebbe una domanda da porle. Perché lei non parla mai di Federal Reserve. Non parla mai troppo di libertà civili, non parla della fallimentare legislazione antidroga, non parla dell'abolizione di questa legislazione, non parla di perseguire chi ha torturato altre persone".
20 giugno 2009
Pagliacch H. Obama
barack obama
| inviato da InVisigoth the mad Irish il 20/6/2009 alle 22:1 | |
13 giugno 2009
Obama e stato etico: prove tecniche di comunismo
Barack Obama dice sì al disegno di legge che consentirà al governo
americano di esercitare maggiori poteri di controllo sull'industria del
tabacco. E parla di un momento "che testimonia davvero i cambiamenti
che sono in atto a Washington", dicendosi pronto ad apporre la sua
firma alla proposta che ha ottenuto il via libera del Congresso, e che
per la prima volta attribuirà all' Fda - agenzia federale di controllo
sui farmaci e sui beni alimentari - il potere di intervenire con forza
nel settore.
L'Fda potrà decidere di fatto di limitare il contenuto di
nicotina nelle sigarette, ma anche di ridurre le campagne pubblicitarie
o bandire tutti quei prodotti a base di tabacco che sono concepiti per
attrarre i minori. Gli esperti (!!!) non hanno così dubbi: si tratta di un
momento storico, che pone l'intera industria del tabacco sotto l'occhio
vigile del governo americano (yuppi!!!), che si impegna così ad agire attivamente
contro la piaga della dipendenza dal fumo.
Le associazioni antifumo e i democratici esultano (di stronzi il mondo l'è pieno). Per
Henry Waxman, deputato democratico e promotore della versione della
proposta adottata dalla Camera, il disegno di legge "è la cosa più importante che possiamo fare
in questo momento, al fine di ridurre il numero delle vittime del
tabacco" (certo, perché far sì che il Governo contrasti una cosa è il modo migliore per tenerla sotto controllo: mi vengono in mente i successi della lotta alla droga, ad esempio: non esistono più tossici al mondo).
Obama parla così di una norma "che farà la
storia, dando agli scienziati, agli esperti medici e all'Fda il potere
di fare passi importanti" (sopratutto a quest'ultima, credo...). E l'enfasi è soprattutto sulla necessità di
proteggere i più giovani, che sono attratti dal fumo anche grazie
all'offerta sul mercato di sigarette dai diversi sapori (eh beh, è risaputo che gli adulti hanno poca voglia di cambiamenti!).
A tal
proposito, il governo dirà basta alle parole "light" o "mild" apposte
sulle confezioni, le varie sigarette saporite
saranno impedite ai minori. L'Fda potrà anche decidere di chiedere ai
colossi del tabacco di cambiare gli ingredienti, inclusi la nicotina e
il catrame (la sigaretta di stato non fa male, come in Italia ad esempio, dove uccidono sol quelle di contrabbando).
L'agenzia potrà chiedere ai colossi del tabacco di rivelare anche il
contenuto dei loro prodotti, e avrà anche l'ultima parola nel lancio di
nuove campagne di marketing (Nicotama, la sigaretta di Barack Obama). Dal canto suo Altria Group, la
conglomerata che controlla Philip Morris Usa, ha diffuso un comunicato
in cui si è detta favorevole all'arrivo di "una regomantazione federale
severa ma ragionevole sui prodotti del tabacco".
Fra le voci contrarie Howard Cole, deputato repubblicano (ne esistono ancora di non addormentati?), ha
affermato che la gente del suo stato, la Carolina del Nord, "crede che
nel consentire all'Fda di controllare l'industria del tabacco, si farà
un passo verso quella situazione in cui l'agenzia controllerà, alla
fine, anche le aziende familiari" (deo gratias).
E spuntano voci di programma del
governo, che vorrebbe tassare cibi e bevande troppo zuccherati o
grassi (ma va?). E' giusto dire ai cittadini cosa mangiare? Per gli europei, i comunisti e gli statalisti evidentemente sì.
Lo stato che inizia a decidere cosa è buono per te: nella storia l'anticamera di fascismo e comunismo. Il dramma, come al solito, sono i tanti che dicono che va bene così.
7 giugno 2009
Gli zombies hanno votato per Obama?
Il quotidiano Minnesota Majority ha scoperto che, alcuni cittadini che sono deceduti prima del 4 novembre 2008, che avevano votato in una consultazione precedente, hanno espresso il loro voto anche alle scorse presidenziali. Sono circa 2.800 i "morti" che hanno espresso il loro voto. Non è dato sapere in che modo questi zombies abbiano votato. Sta di fatto che il Minnesota è uno degli stati in cui ha vinto Obama... 
9 maggio 2009
Anche l'Oklahoma minaccia la secessione per le continue violazioni della Costituzione di Obama
Se anche il Senato dell’Oklahoma voterà a favore della proposta, il
presidente degli Stati Uniti Barack Obama potrà vedere arrivare presto
sulla sua scrivania una legge che riconoscerà la sovranità allo stato
americano e che di fatto dirà a Washington di conformarsi ai poteri
federali e di non andare oltre a interferire negli stati.
L’ultimo
vento di "secessione" soffia questa volta in Oklahoma, dopo aver percorso il Texas in lungo e in largo durante i Tea Parties.
Nonostante il governatore democratico Brad Henry abbia esercitato il
diritto di veto su un disegno di legge simile appena 10 giorni fa, la
Camera dello stato ha approvato una proposta che ribadisce la
sovranità dell’Oklahoma; e che, questa volta, non ha bisogno del sì del governatore.
Kris Steel, presidente pro tempore della Camera dello stato, è
ottimista, e ritiene che la risoluzione "HCR 1028" sarà approvata anche
dal Senato dell’Oklahoma. La norma ha lo scopo, ha spiegato il suo
autore, il repubblicano Charles Key, di dire al Congresso di "tornare a
esercitare i propri ruoli stabiliti dalla Costituzione".
La
richiesta, rivolta al governo federale, è anche quella di "smettere e
desistere" dall’esercitare poteri che vanno al di là di quelli
stabiliti dalla Costituzione. Secondo Key le leggi federali
violerebbero infatti spesso il decimo emendamento, che afferma che i
poteri non espressamente delegati al governo degli Stati Uniti "sono
riservati ai rispettivi stati".
Un esempio di come il Congresso
starebbe travalicando i suoi confini, ha precisato il repubblicano, è
rappresentato dagli stessi piani di aiuto a favore dei produttori di
auto e delle istituzioni finanziarie. "Stiamo dando tutti questi soldi
a entità diverse, inclusi i produttori di auto, e ora stanno anche
dicendo: Beh, forse è meglio che vadano in amministrazione
controllata", ha precisato Key (riferimento alla vicenda
Chrysler). "Bene, forse avremmo dovuto permettere a queste aziende di
scivolare nella condizione di amministrazione controllata prima di dar
loro i soldi dei contribuenti". Mi sembra fosse dal 1861 che la parola "Secessione" non percorresse in lungo e in largo gli States. Almeno questa volta un nigger c'entra davvero... 
27 aprile 2009
Ron Paul, i pirati somali, i diritti fondamentali del'individuo
"I recenti episodi di attacchi dei pirati somali hanno posto molti interrogativi riguardo la sicurezza marittima. Qual è il modo
migliore per far fronte a una banda di criminali, che non agiscono per
conto di un paese, quando attacco navi private? Da quale
giurisdizione sono questi tipi di criminali dovrebbero essere perseguiti?
Soprattutto, come possiamo scoraggiare tali attacchi in futuro?
Il Governo di Barack Obama sta già facendo "la voce grossa" con tipiche soluzioni stataliste, come minacciare (diplomaticamente, però!) il debole governo somalo, o qualsiasi governo di qualsiasi paese in cui i pirati si pensi vivano, di interventi militari, nel caso in cui non riescano a controllare la
situazione.
Ci sono richieste di aumentare le dimensione della marina militare fino a che non diventi quasi onnipresente su tutti i mari. Sono stato contento di vedere che comunque si è anche affermato che il governo dovrebbe lavorare con gli armatori e il settore assicurativo, per colmare le lacune nei loro sistemi difensivi. Ma temo che tutto ciò sarà presto messo da parte in favore di misure più complicate,
interventiste e costose per i contribuenti americani. L'autodifesa è la più ovvia, la più
efficace e la meno costosa soluzione, ma quando un governo è abituato a scialaquare soldi non c'è modo di non farglielo fare.
In primo luogo, le persone e le società che si trovano in queste situazioni devono essere in grado di difendere loro stessi. Nel caso di società di
navigazione privata, i proprietari e gli operatori devono essere
autorizzati a portare armi per scoraggiare e difendersi dagli attacchi.
Ma poiché molti governi, compreso il nostro, vietano il porto d'armi nei porti e nelle acque territoriali, per ironia della sorte, è quasi impossibile portare legalmente armi
in mare a fine di difesa e per
scoraggiare la pirateria.
Tali leggi contribuiscono alla
prevedibile situazione che solo i criminali e le navi militari siano armati, rendendo ogni nave facile preda dei cirminali. Sono fermamente convinto che il diritto umano
fondamentale di auto-difesa sia il miglior deterrente sia contro la pirateria che contro il terrorismo, ed è per questo che ho
sostenuto dopo l'9/11 che bisognerebbe consentire ai piloti di essere armati. Un governo che bandisce le armi è un governo che incoraggia la criminalità.
La seconda linea di difesa dovrebbe essere invitare Congresso ad agire
all'interno della Costituzione, abbandonando il ricorso a rappresaglie, lasciando campo libero ad organizzazioni private che possano agire, difendendo gli equipaggi e catturarando i pirati. Ciò potrebbe garantire una maggior sicurezza in mare, non peserebbe sulle nostre relazioni internazionali , e non aumenterebbe i costi della Marina Militare.
Questi criminali non dovrebbero avere la possibilità di rubare,
terrorizzare e uccidere a loro piacimento in tutto il mondo. Ma
dobbiamo essere saggi nelle nostre reazioni a questi eventi, e non peggiorare la situazione con aumenti di spesa pubblica e campagne militari".
Ron Paul

19 aprile 2009
Venti di secessione
Il piano di Barack Obama, tutto all'insegna della tassazione e dell'aumento della spesa pubblica, oltre che inutile (segnali di ripresa già ci sono senza alcun piano), dannoso (come ogni intervento statale) e illiberale (come ogni intervento statale), ha avuto però l'indubbio merito di ricompattare da nord a sud un intero fronte anti-intervento governativo che, in periodo di crisi, rischiava di non trovare una base comune di lotta contro quest'America così diversa dal volere dei Padri Fondatori.
Sono stati almeno 800 i Tea Party Rally in tutta la nazione, e quello che più ha interessato è stato senza dubbio quello di Austin, in Texas, cui ha partecipato il Governatore Rick Perry. Che non ha ha minacciato la secessione - come erroneamente riportato dai media - ma ha spiegato che è un pensiero comune a molti texani.
"Il Texas è un luogo unico - ha detto Perry - quando siamo entrati nell'Unione nel 1845, una delle clausole è che se potessimo uscirne qualora avessimo voluto. La mia speranza è che l'America, e Washington in particolare, prestino attenzione: abbiamo una grande Unione, e non ci sono motivi per dissolverla".
"Ma se Washington continua a prendere in giro il popolo d'America, chi può sapere come reagirà il Texas? Siamo spiriti liberi e indipendenti".
"Il Texas oggi vuole aiutare l'Unione per uscire insieme da questa crisi. Io personalmente sto cercando di far sì che a Washington prestino attenzione al 10° emendamento (i poteri che non sono delegati dalla costituzione al governo federale e
che non sono proibiti agli stati, sono riservati agli stati e al popolo, ndr). Siamo sia americani che orgogliosi texani, e faremo tutto il possibile affinché l'America torni in pista".
Fra i Tea Party più pittoreschi, proprio uno di quelli svoltosi in Texas, precisamente a Fort Worth, il luogo "dove comincia in west", in cui è stata inscenata anche una secessione con tanto di dichiarazione di indipendenza.

9 marzo 2009
cosa succede nel mondo (libertario americano)
Mentre non passa ormai giorno in cui il neoprez Barack Hussein Obama non sblocchi qualche finanziamento pubblico per qualcosa, il mondo libertario americano si sta organizzando di conseguenza, anche se anziché cercare l'unità in iniziative condivise la maggior parte delle frange libertarie per il momento sta seguendo strade proprie. Il Libertarian Party affronterà la primavera con in archivio tre piccolissime, ma incoraggianti vittorie. La prima, l'incremento di voti alle ultime presidenziali rispetto al 2004. "Tutti ci davano per estinti a causa del "Fenomeno Obama" - ha spiegato Donny Ferguson, del Libertarian National Committee - e invece il nostro "terzo partito" ha incrementato i voti". Non solo i voti, ma anche le iscrizioni sono aumentate in questi ultimi mesi. Infine, da metà febbraio nel consiglio cittadino della dodicesima città più grande degli Stati Uniti, Indianapolis, siede un consigliere del LP. Si tratta di Ed Coleman, con un'ampia base di consenso elettorale, dimessosi dal GOP e approdato fra i libertarian dopo il tradimento "che il partito repubblicano ha posto in essere rispetto ai suoi ideali". Probabilmente quest'ultima vicenda potrà apparire più interessante al rinnovo delle amministrazioni, se Coleman venisse comunque confermato in Consiglio. Chi non tornerà nel LP è Christine Smith, ronpaulista nonché fra i candidati più suffragati nelle ultime primarie del partito, ma non scelta come candidata presidenziale - insieme a tutti gli altri - dai delegati nella convention di quasi un anno fa a Denver, in Colorado. Molti sostenitori l'hanno invitato a rientrare nel partito dopo le dimissioni in polemica con la nomina di Bob Barr, un candidato non con tutti i torti definito non libertario. "Eravamo 11 candidati libertari - ha spiegato - ma i delegati con un colpo di mano hanno nominato chi non è mai stato libertario. Hanno perso di vista i veri valori libertari americani, lo hanno trasformato in un partito corrotto. Appoggerò nelle elezioni locali qualunque candidato veramente libertario, che sia o no del LP non importa: aiuterò l'individuo, non il partito". Si attendono poi notizie dalla Libertarian Reform Caucus, il gruppo di attivisti che, allo scopo di riformare radicalmente e dall'interno il mondo libertario americano e il LP, hanno raccolto tesi, idee e progetti in giro per l'America, da esaminare quest'anno in vista della Convention del 2010. Ron Paul, infine, sta girando varie trasmissioni nella Nazione per spiegare gli obiettivi della Campaign 4 Liberty: al momento non mi risultano, a breve termine, azioni in "grande stile".
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